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Perchè anche un calciatore può morire improvvisamente

Il contributo della Prof.ssa Galiuto sulla tragica morte di Davide Astori

Non si dovrebbe mai morire a 30 anni ed è inconcepibile che si possa spegnere improvvisamente la macchina perfetta come quella di un atleta professionista. Eppure è accaduto a Davide Astori, capitano della Fiorentina, trovato morto nella sua stanza la notte prima del match. 

Si sentiva bene, nessun sintomo, idoneo secondo tutti i controlli medici, avrebbe giocato. Eppure si è addormentato e non sappiamo ancora perchè. L’autopsia ce lo dirà, ma le cause più probabili sono cardiache. Davide non è morto in campo, come Morosini ad esempio, la sua non è la classica morte improvvisa dell’atleta ma è la morte di un atleta, di Davide che forse sarebbe morto comunque se anche non fosse stato atleta. O forse no. Quello che sappiamo è che Davide era un calciatore italiano e l’Italia rappresenta l’eccellenza nella medicina sportiva per la prevenzione della morte improvvisa e la nostra legislazione tutela i calciatori come in nessuna altra parte del mondo. I controlli che fanno i nostri calciatori sono ben più approfonditi di quelli che si fanno nel resto del mondo, ma in questo caso non sono bastati.

 

Cosa è accaduto? Solo l’autopsia potrà darci qualche risposta. E da quella risposta dovremo poi ripartire per approfondire le nostre conoscenze scientifiche sul cuore degli atleti ed insistere investendo energie e risorse sulla ricerca nel settore della cardiologia e medicina dello sport. Al momento è importante che si prenda coscienza che anche nel calcio il muscolo più importante è il cuore e che va tenuto da conto tanto quanto il quadricipite.
Desidero stringere in un abbraccio la famiglia di Davide in particolare la piccola Vittoria.
Altri interventi della Prof.ssa Galiuto in merito:

Prof.ssa Leda Galiuto
Cardiologa e Medico dello Sport
Policlinico A. Gemelli
Università Cattolica del Sacro Cuore
Roma